L’avevamo detto e l’avevamo scritto: quelle norme del Decreto Legislativo n. 39/2013 vanno interpretate in una sede abilitata, stante gli effetti paradossali – e, al limite, incostituzionali – che una loro lettura affrettata potrebbe produrre.
 
Avevamo anche portato la questione all’attenzione del Ministro dell’Istruzione e del Dipartimento per la Funzione Pubblica. Oggi, la Direzione Generale per il Personale Scolastico
adotta la stessa posizione e rende noto di aver sollecitato la CIVIT (organo di vigilanza sull’attuazione delle norme anticorruzione) a fornire un’interpretazione autentica delle controverse norme recate dall’art. 12 commi 3 e 4 del Decreto 39.
 
Al tempo stesso, la Direzione Generale invita gli uffici periferici – taluno dei quali si era mosso con eccessiva precipitazione – a ritirare i provvedimenti emanati in materia e ad attendere i chiarimenti richiesti.
 
La nota ministeriale ha valore, ovviamente, solo all’interno dell’Amministrazione e non vincola i comportamenti degli Enti Locali. Tuttavia, i colleghi che si trovano nelle situazioni contestate e che hanno ricevuto sollecitazioni a lasciare gli incarihci elettivi ricoperti possono far valere – a titolo interlocutorio – questa comunicazione, a riprova della necessità che nella materia vi sia un pronunciamento ufficiale dell’unico organo abilitato a fornirlo.