Il MPI ha emanato la Direttiva n. 113 del 19 dicembre 2007, con la quale intende promuovere interventi di contrasto alla dispersione scolastica all’interno della scuola secondaria di primo grado. Sui contenuti della Direttiva avevamo dato specifica notizia dopo un incontro con il Direttore Generale A. Dutto, che ne aveva annunciato la prossima uscita. A seguito dell’incontro l’ANP aveva inviato al ministero una sua nota a commento, nella quale venivano espresse alcune osservazioni all’interno di una complessiva condivisione delle indicazioni contenute.

Rispetto alla bozza la Direttiva n. 113 si presenta molto più snella. Si ribadiscono alcuni principi di carattere generale e obiettivi di carattere strategico, ma si evita, opportunamente, di scendere nel dettaglio delle azioni che le scuole debbono mettere in atto, e che rientrano, come abbiamo sempre sostenuto, nell’autonomia organizzativa delle scuole stesse.

In questo senso appare opportuno il richiamo a modelli diversificati di intervento, adottati in relazione ai particolari bisogni formativi che le scuole sono chiamate ad individuare. Si può del pari condividere la scelta di concentrare gli interventi nell’area linguistica e in quella logico-matematica, senza per altro escludere altre aree disciplinari.

Nella consapevolezza che tutta la questione è legata ai modi di fare scuola, appare prioritario un intervento sulla formazione del personale docente, che riguardi le metodologie d’insegnamento delle due discipline maggiormente interessate, onde evitare, anche nella fase di recupero, una riproposizione di approcci che, allo stato dei fatti, non hanno dato esiti positivi.

Appare, invece, poco comprensibile la scelta di rinviare ad un successivo provvedimento l’individuazione dei criteri che l’amministrazione adotterà per esaminare le proposte di lavoro provenienti dalle scuole, evitando così di offrire punti di riferimento che sarebbero stati utili per il lavoro di progettazione degli interventi. Fin da ora riteniamo opportuno suggerire quanto segue:

  • non andrebbero del tutto esclusi interventi sulle classi seconde e terze nel caso in cui si presentassero situazioni particolarmente critiche;

  • sarebbe consigliabile evitare di supportare finanziariamente solo i progetti che prevedono iniziative extra-curricolari, in quanto possono tradursi in incentivo a prolungare il tempo scuola, con tutto ciò che consegue sulla tenuta dei servizi di supporto (trasporto, mensa,…), nonché sul carico di lavoro degli alunni che hanno già difficoltà a sopportare il tempo scuola ordinario;

  • sarebbe necessario, invece, promuovere tutte le forme più innovative di recupero, in particolare quelle riferibili alla flessibilità e ai percorsi curricolari;

  • infine, circa l’utilizzo del personale docente, andrebbe chiarito che la scelta compete al dirigente sulla base dei criteri approvati dal collegio docenti e che la stessa non rientra nelle competenze della contrattazione d’istituto.

Un’ultima osservazione la merita il paragrafo conclusivo della Direttiva, laddove, dopo aver richiamato prerogative di organi e di tavoli contrattuali, si sottolineano i doveri del dirigente scolastico in toni che richiamano alla memoria improprie logiche gerarchiche, vieppiù inopportune in un ambito d’iniziativa progettuale che richiede massima attenzione per la leadership d’istituto.