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Sintesi dati PISA 2012 sull'Italia

E’ stato presentata ieri un’anteprima del
rapporto OCSE-PISA 2012, in contemporanea con il “lancio” in altre fra le
principali capitali europee. Alla presentazione generale, tenuta al Ministero in
mattinata, ha fatto seguito nel pomeriggio un approfondimento sui dati italiani,
curato da INVALSI ed illustrato con dovizia di informazioni presso l’ITIS
Galilei di Roma.

In questo secondo appuntamento è stato
distribuito un fascicolo di circa 40 pagine contenente molti grafici e vari tipi
di elaborazione statistica sui dati di partenza. Riteniamo di fare cosa utile a
chi non ha potuto essere presente mettendo a disposizione una
sintesi di 16 pagine, relativa alle informazioni a nostro
avviso più interessanti (ed anche più leggibili per i non specialisti).

Le sintesi che si leggono oggi sui principali
quotidiani tendono a riflettere il giudizio d’insieme espresso ieri in sede
ministeriale: la scuola italiana ha migliorato il proprio posizionamento. In
realtà, si tratta di una mezza verità: il miglioramento c’è stato, ma piuttosto
contenuto e non omogeneo. I problemi del nostro sistema restano quelli ben noti,
già emersi in occasione delle precedenti rilevazioni: livello medio sotto la
media dei principali paesi (ed a volte anche di molti fra i cosiddetti paesi
emergenti), forti differenze regionali, un abisso fra licei e istituti
professionali.

Ci riserviamo di compiere, nei prossimi giorni,
degli approfondimenti mirati di alcune pagine del rapporto. Per oggi, ci
limitiamo a segnalare l’ultima pagina della nostra sintesi, che riporta le
figure 29 e 30.

La figura 29 ci dice che il nostro sistema – nel
confronto con quello dei 10 paesi che, come noi, hanno partecipato a tutte le
edizioni di PISA fin dal 2000 – è peggiorato sensibilmente fra il 2000 ed il
2006, anno di massima crisi. E’ poi migliorato nettamente nel 2009 rispetto al
2006 e si è ulteriormente consolidato quest’anno (ma in misura minima). In
questo caso, la scala di riferimento è il punteggio-paese.

La figura 30 ci mostra un altro tipo di
confronto: lo scarto in punti fra la situazione italiana e quella della media
degli altri 10 paesi già considerati in ciascuna delle rilevazioni. Si vede così
che in Matematica siamo passati da quasi 40 punti di scarto ad appena 11 (che è
notevole – ma il vero balzo in avanti è stato compiuto nel 2009: da -36 a -14).
Ma si vede anche che in Lettura lo scarto è aumentato: siamo tornati ai livelli
del 2003, scendendo da -6 a -9.

Altri commenti, come abbiamo detto, saranno
pubblicati nei prossimi giorni. Per ora,
scaricate il fascicolo – che, lo ricordiamo, è proprietà
intellettuale dell’INVALSI – e scorretelo. Molti dei dati sono sufficientemente
auto-esplicativi.

 

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